I successi di Mattia Ometto

Protagonista della scena concertistica internazionale da più di dieci anni, Mattia Ometto è un artista la cui carriera prosegue con un ritmo incalzante. Padovano e grande amico della Fondazione Melchiori Fasan (per la quale ha generosamente tenuto in più occasioni dei concerti a scopo benefico), nella sola stagione 2008/2009 apparirà nel cartellone delle più prestigiose stagioni concertistiche di tre diversi continenti: i prossimi appuntamenti lo vedono, infatti, impegnato in una lunga tournée in Asia e in numerosi altri concerti in Europa e America fra i quali spiccano il debutto parigino al Theatre du Rond Point des Champs Elysées e quello al Carnegie Hall di New York, tempio della musica mondiale.

 

Ovunque suoni, è accolto con straordinario entusiasmo. Un critico lo proclama «una figura artistica fra le più originali e interessanti dell'attuale panorama dei giovani concertisti», mentre il pianista americano Cosmo Buono dichiara «Mattia Ometto non solo possiede il grande virtuosismo, ma ha dimostrato anche una profonda comprensione musicale. Il suo suono e il suo senso dell'interpretazione sono irresistibili e rari. Senza dubbio siamo di fronte a un artista destinato a un meraviglioso futuro: non è solo un onore presentarlo al pubblico americano, è una responsabilità!». Il suo mentore, il leggendario pianista Aldo Ciccolini, lo descrive come «un pianista con una sensibilità meravigliosa, uno di quegli artisti che hanno il dovere di far capire al pubblico che cosa significhi avere talento».

 

Raggiunto al telefono all'indomani di un applauditissimo concerto alla Chiesa Luterana di Napoli, il pianista padovano ci parla così dei tuoi prossimi impegni.

 

Europa, America, Asia: apparirai sui palcoscenici di tre diversi continenti nel giro di pochissimi mesi. Che impressione ti fa?


Essere un musicista significa essere benedetto dal dono di fare il più bel lavoro del mondo. Ricevere telefonate che annunciano ingaggi di questo prestigio fanno sentire che il proprio lavoro viene apprezzato, e questa è la ricompensa più grande ai miei sacrifici. Essere rappresentato in tre diversi continenti da tre agenzie  che hanno deciso di investire su di me è un onore eccezionale, e credo che da questa fiducia derivi il segrto di questo successo.

 

Ovunque vieni accolto con straordinario calore e i critici sono tutti concordi nel definirti non solo un eccezionale virtuoso, ma anche un musicista in grado di entrare a fondo nei significati delle opere che interpreti. Ti riconosci in queste descrizioni?


Nella mia mente questi due aspetti sono assolutamente inseparabili. L'idea di dissociare l'aspetto musicale da quello tecnico mi fa tornare alla mente il modo in cui i critici inglesi hanno accolto l'opera del pittore John Singer Sargent, definendola brillante ma priva di contenuto. Non erano evidentemente in grado di riconoscere come nella sua produzione la perfezione tecnica fosse al servizio dell'espressione. Un virtuoso che si limiti a un'esteriore dimostrazione di bravura senza penetrare nel messaggio musicale offre una visione ridicola di un'opera d'arte, ed è tanto insensato quanto un attore che pretenda di dimostrare le proprie capacità recitando un complicatissimo scioglilingua alla massima velocità e poi lasci immediatamente la scena.

 

Sappiamo che sei molto impegnato anche nel campo dell'insegnamento. Cosa spinge un giovane concertista a vestire i panni dell'insegnante?


Per me l'insegnamento è innanzitutto una grande passione oltre che un dovere. Ho avuto la rara fortuna di studiare con Earl Wild (oggi 93enne) in California e Aldo Ciccolini (83) a Parigi, due fra i più grandi nomi del pianismo internazionale, gli ultimi rappresentanti di una tradizione musicale che ora forse non esiste più: mi sento chiamato a condividere con altri giovani pianisti ciò che ho avuto il privilegio di ereditare da questi grandi Maestri.

 

Quali sono dunque gli impegni che ti attendono prossimamente?


A gennaio debutterò a Parigi al Theatre du Rond Point des Champs Elysées e in seguito prenderò parte al prestigioso Annual ABC Gala che si terrà alla Carnegie Hall di New York. Poi sarà la volta del Gran Teatro La Fenice di Venezia, dove a giugno farò un recital, e del Southampton Festival 2009, dove terrò concerti e masterclasses come Guest Artist, e infine in estate avrà luogo la ventunesima edizione dell'Alexander&Buono International Music Festival, manifestazione della quale quest'anno mi è stata affidata la direzione. Fino a giugno 2009 inoltre prosegue il masterclass di perfezionamento annuale affidatomi dall'Accademia Filarmonica di Camposampiero, e che ha luogo mensilmente presso Villa Querini.

 

Che dire, amici lettori? Per noi è un vanto essere a contatto con Mattia Ometto. Chi volesse saperne di più, può visionare il suo Sito: http://www.mattiaometto.com