Convegno sulla vivisezione all'Istituto d'Istruzione Superiore Jacopo da Montagnana, Montagnana (PD). Robotica e medicina.
Lo scorso 19 gennaio si è tenuta nell'Aula Magna dell'Istituto Jacopo da Montagnana (Montagnana, Padova) una giornata di studi sul tema Robotica e Medicina. Il convegno, dedicato al compianto professor Pietro Croce, ha ottenuto il Patrocinio del Ministero dell'Ambiente, della Regione e della Provincia. Ripetuto al mattino e alla sera, è stato presieduto dal Dirigente Scolastico dell'Istituto, professor Giovanni Maria Polato e coordinato dal professor Federico Pavan. I relatori presenti erano il professor Bruno Fedi dell'Università La Sapienza di Roma, il dottor Massimo Tettamanti, chimico ambientale e tossicologo e il professor Michele Pietro Ghezzo, Presidente della Fondazione Franca Melchiori Fasan. Il Dirigente Scolastico ha introdotto il tema della conferenza e presentato i relatori.
Da sinistra: i Professori Federico Pavan, Bruno Fedi, Giovanni Maria Polato (Dirigente Scolastico), Michele Pietro Ghezzo e Massimo Tettamanti |
Il primo a prendere la parola è stato il professor Michele Pietro Ghezzo il quale ha compiuto un excursus storico sulla vivisezione. Innanzitutto ha chiarito che il termine "vivisezione" e il termine "sperimentazione animale" sono due sinonimi. I medici però, preferiscono usare il secondo termine anziché il primo perché quest'ultimo è considerato troppo "forte". Al termine dell'esperimento i vivisettori, dopo che l'animale è stato ucciso o è morto a causa del test, affermano che è stato "sacrificato". I primi esperimenti di vivisezione sono stati effettuati nel II secolo d.C. da Galeno. Egli studiò gli animali perché durante l'Impero Romano, infatti, era proibito sezionare i cadaveri.
In seguito ai suoi esperimenti Galeno affermò che l'igiene non è importante e che la frutta è dannosa. Le idee di questo medico saranno poi appoggiate per molti secoli con gravi danni per l'uomo e per gli animali.
Nel XVI secolo Paracelso bruciò le opere di Galeno perché, giustamente, le riteneva errate e per questo motivo viene perseguitato.
Secondo lo scrittore Hans Ruesch il "principe" dei vivisettori fu Claude Bernard. Dopo aver fallito l'esame per esercitare la professione medica, gli furono aperti i più importanti laboratori grazie anche all'appoggio del suo professore d'università.
I suoi esperimenti, però, furono del tutto inutili. Per esempio: per vedere come si originava la febbre costruì un apposito forno e pose al suo interno cani e gatti lasciando fuori solo la testa. Alzando la temperatura della macchina, il vivisettore esaminò se la febbre della cavia aumentava.
La follia di Bernard fu tale che portava le sue cavie in camera da letto cosi che, durante la notte, poteva alzarsi e controllarne lo stato di salute della cavia.
Il primo movimento antivivisezionista si erse proprio in questi anni; fu fondato dalla moglie e dal suo assistente, disgustati dai test e dalla mente malata del "principe".
Terminato l'intervento del primo relatore, la parola è passata al professor Fedi che ha spiegato il ruolo della vivisezione nel campo medico.
Il Prof. Polato con il Sindaco di Montagnana | Il Prof. Bruno Fedi |
Basandosi sulle tesi di Kock e Pasteur il professor Fedi ha enunciato come la medicina si sia evoluta nei secoli, ricordando quanti scienziati emigrano dall'Italia all'America perché più interessati alle offerte di lavoro che vengono proposte da quei prestigiosi laboratori.
Ha quindi esposto in quali condizioni disumane vengono tenuti gli animali nei laboratori italiani, europei, ma anche americani.
In Inghilterra è stata emanata una legge per la difesa degli animali: il Bruck Act.
In seguito ha spiegato perché molte persone importanti come i professori Marchesini, Tamino, Croce e Ghezzo condannino la vivisezione. Essi hanno la consapevolezza che questo barbaro processo fondamentalmente non porta ad alcun beneficio alla vita dell'uomo, poiché gli effetti dei farmaci nelle due specie, sono diversi. La vivisezione, però nello XXI secolo, esiste e persiste essenzialmente per due semplici motivi.
Il primo aspetto è quello legale; un farmaco, prima di essere messo in commercio deve essere necessariamente testato sugli animali, poi su dei volontari e infine sui pazienti. Condotta questa procedura il farmaco può essere messo in vendita. Molti medici da anni stanno cercando soluzioni per riuscire ad eliminare i test sugli animali per fare in modo che così possa cessare anche la vivisezione.
L'altro aspetto è quello prettamente economico. Ogni anno i vivisettori ricevono sussidi dai governi di tutto il mondo civilizzato per mettere in atto i loro esperimenti "per il bene dell'umanità". Infatti, per rassicurare l'opinione pubblica, i medici affermano che tutto questo viene fatto per "per il bene dell'umanità".
Infine il professor Fedi ha affermato che la robotica è il futuro della medicina e ogni Paese dovrebbe puntare su questo campo. Vivo apprezzamento è stato espresso da Fedi per i lavori di robotica messi a punto dagli studenti dell'Istituto, sotto la guida del professor Pavan.
La parola è poi passata al dottor Massimo Tettamanti, che ha dichiarato che sta partecipando alla fabbricazione di un "uomo virtuale" con un team multidisciplinare. Il progetto è finalizzato a costruire macchine che possono imparare e classificare le sostanze nocive e i metodi alternativi.
Il Dr. Massimo Tettamanti | Il Dirigente Scolastico Prof. Giovanni Maria Polato |
Il loro progetto più ambizioso è costruire una macchina che possa apprende le informazioni immesse dal medico, riproducendo sullo schermo la previsione di che cosa succederà al paziente se sottoposto ad un dato trattamento e il rischio di sviluppare una malattia.
Nel Virtual Physiological Human (VPH) è stato investito circa mezzo miliardo di euro in dieci anni; 200 milioni saranno chiesti alle istituzioni europee, mentre i rimanenti 300 milioni di euro verranno, si spera, finanziati da aziende ed enti privati. Il dottor Tettamanti ha, nel corso del suo intervento, elogiato gli esperimenti di robotica del professor Pavan.
Al termine del discorso dell'ultimo relatore è stato proiettato il video di Hans Ruesch Hidden crimes sulle condizioni degli animali nei laboratori e sugli esperimenti a cui sono sottoposti.
Un'ospite illustre: la Prof. Anna Bottaro Dirigente Scolastico | Il Consigliere provinciale di Forza Italia, Dr. Renato Modenese |
La conferenza è stata apprezzata dagli studenti di tutto il triennio. Sia al mattino, sia la sera abbiamo potuto notare una grande partecipazione e il dibattito ha potuto colmare dubbi e lacune di tutti.
La sera infatti il convegno è stato ripresentato ai genitori degli alunni ed ad un pubblico esterno con la presenza del sindaco di Montagnana e del consigliere provinciale di Forza Italia Renato Modenese che ringraziamo.
(di seguito riportiamo una parte dell'intervento del professor Bruno Fedi)
La robotica può sostituire la vivisezione!
La medicina è per la robotica un campo immenso ancora in gran parte inesplorato per macchine capaci di agire con estrema precisione e complessità. La diagnosi, la terapia, la costruzione di organi artificiali fino ad un intero individuo "bionico" e la ricerca sperimentale sono tutti campi in espansione. Esempio: sappiamo che le sequenze proteiche dei geni possono avere moltissime combinazioni. L'identificazione dei geni avverrebbe con estrema lentezza se si effettuassero tentativi manuali successivi da parte dei ricercatori. Sono state prodotte, invece, macchine capaci di sequenziare ed identificare i geni. Il perfezionamento di queste macchine ha già portato e porterà ad uno sviluppo inimmaginabile nella ricerca, nell'apprendimento e nella pratica medica. La conoscenza genetica dello stato di salute e della patologia sarà tale che la medicina dovrà essere riscritta. I libri del XX secolo saranno oggetti d'antiquariato e di curiosità, come uno scritto di Galeno.
La robotica ha cioè fatto un fondamentale progresso, passando da semplice struttura meccanica ad un hardware dotato di memoria e di una sorta d'intelligenza artificiale. Accanto alla ricerca, sono stati fatti importanti progressi nella diagnosi. Da esami di laboratorio fatti da un analista, si è, ormai da decenni, passati ad analisi automatizzate, eseguite da robot, che, con minime quantità di campioni ematici, urinari ecc., possono ricavare una grande quantità di risultati finali. Lo stesso è avvenuto in Anatomia Patologica, dove le procedure per gli esami istopatologici, che duravano giorni, hanno ora la durata di 1-2 ore, o talvolta, di minuti. Non solo dunque le biopsie possono venire "processate" da un robot, ma le immagini microscopiche stesse possono venire confrontate con immagini standard e la diagnosi ottenuta direttamente dalla macchina. Esistono anche robot diagnostici, capaci di valutare i sintomi su un individuo malato con una percentuale di errori inferiore alla media dei medici. L'aspetto difficilmente sostituibile è quello umano del rapporto medico-paziente, ma solo per adesso. Anche nel settore della chirurgia, apparentemente non sostituibile con robot, essi si stanno, invece, affermando. Vengono usati in operazioni molto delicate sull'encefalo o in vasi sanguigni molto sottili, cioè nella microchirurgia, dove la mano dell'uomo, può avere difficoltà.
È evidente che la situazione patologica deve essere perfettamente nota, da ogni punto di vista: il robot può agire solo secondo le istruzioni che gli sono state fornite. Tuttavia l'accoppiamento con il computer ha reso i robot estremamente più progrediti: i movimenti che essi eseguono sono parzialmente non determinati. Il robot, ha cioè acquisito una memoria; ha acquisito un processo di: informazione, di valutazione, di esecuzione. Siamo arrivati a macchine che possiedono conoscenze programmate, ma sono anche capaci di apprendere dall'esperienza effettuata e perfino di autoapprendere, oppure di interagire a distanza, via internet, con altri robot. Un'ultima area di applicazione pratica della robotica è stata la costruzione di organi. Anche qui dai primi reni artificiali ad oggi il progresso è stato grande. Si è costruito l'occhio bionico, capace non solo di ricezione di immagini, ma di valutazione delle stesse e di invio di impulsi alla corteccia cerebrale. Esistono perfino robot che possiedono strutture costruite sul modello delle reti neuronali, o che hanno una interazione tra la macchina e reti neuronali. Si tratta dunque di macchine le cui potenzialità sono immense, capaci di riprodursi, accrescersi, valutare i dati che ricevono, interagire con reti neuronali. Il limite uomo-macchina sembra diventare più indistinto.